Il 19 agosto 2023 ad Ascoli Piceno, Carlo Mazzone è partito per la sua ultima corsa verso il paradiso delle leggende del calcio, non che prima già non fosse presente nell’Olimpo dei più grandi.

Conosciuto anche come Sor Carletto e Sor Magara, Mazzone è stato l’ultimo dei protagonisti del calcio più genuino ma non per questo meno spettacolare, un uomo considerato come un padre dai calciatori più forti del mondo: Totti, Baggio, Pirlo, Guardiola e tantissimi altri campioni che dominano o hanno dominato con le loro squadre il palinsesto delle scommesse online.

La carriera di Mazzone e il record di presenze sulle panchine di Serie A

Carletto è stato protagonista del calcio anni Ottanta, Novanta e inizio Duemila, ma la sua carriera come allenatore è incominciata il 24 novembre 1968, quando il presidente dell’Ascoli, Costantino Rozzi, gli affidò la panchina della prima squadra.

Con i Piceni ha ottenuto due promozioni dalla Serie C alla Serie A e nell’ultimo campionato alla guida dell’Ascoli, nella stagione 1974 – 1975, centrò anche la salvezza.

Dal 1975 al 1978, Carletto Mazzone passa alla guida della Fiorentina, dove nella stagione 1976 – 1977 centra il terzo posto. Dal 1978 al 1980 allena il Catanzaro con cui ottiene due salvezze in Serie A, prima di ritornare ad Ascoli, uno dei suoi grandi amori.

Con i Bianconeri riesce a centrare il sesto posto nella stagione 1981 – 1982, nei 5 campionati disputati fino al 1985 agguanta anche 4 salvezze nella massima serie. Seguono Bologna, Lecce e Pescara, prima di approdare a Cagliari dal 1991 al 1993, dove si qualifica per la Coppa UEFA.

Dal 1993 al 1996 allena la Lupa e durante il periodo Giallorosso Mazzone lancia in campo “er ragazzetto”: Francesco Totti. Nel 1998 siede sulla panchina del Bologna dove raggiunge le semifinali di Coppa Italia e Coppa Uefa, nel 1999 passa alla guida del Perugia.

Nel 2000 Mazzone siede sulla del Brescia, dove si ritrova ad allenare tantissimi futuri campioni come Guardiola, intuisce le potenzialità di Pirlo e lo sposta da mezza punta a regista, e gestisce magnificamente Roberto Baggio, che fa ancora sognare tifosi e appassionati.

Mazzone chiude la sua carriera a Livorno nel 2006, diventando l’allenatore con il record assoluto di presenze in Serie A: 792.

Il mito di Mazzone: frasi celebri e la corsa sotto la curva dell’Atalanta

Una volta, Carletto, in una gara che doveva giocare contro la Roma, dichiarò che avrebbe tentato di vincere, ma che sarebbe stato come uccidere la propria madre, perché Sor Magara è un romano doc, giallorosso fino al midollo.

Un’altra frase straordinaria è stata: dicono che Mazzone è come il Trapattoni dei poveri, ma dico ai miei amici che Trapattoni è il Mazzone dei ricchi.

Durante il periodo dell’esordio di Francesco Totti, Mazzone stemperò gli animi dei giornalisti trattando il futuro numero 10 come un ragazzino qualunque, onde evitargli un pericoloso carico di stress, dovuto alle enormi aspettative che i media potevano creare.

È stato un allenatore fondamentale per il Pupone, perché gli ha insegnato ad avere più consapevolezza nelle proprie potenzialità “tu una cosa devi fa’, devi tirà sempre in porta, perché tanto, su 10 tiri, un gol lo fai”.

Nel 2022 è uscito il docu – film “Come un Padre”, diretto da Alessio Di Cosimo, in cui vengono intervistati tantissimi campioni, che raccontano aneddoti e curiosità sulla carriera di questo straordinario allenatore.

Mazzone è entrato anche nella cultura di massa per la sua famosa corsa sotto la curva dell’Atalanta, nella gara contro il Brescia allo stadio Rigamonti. Era il 30 settembre del 2001 e il risultato parziale era Brescia – Atalanta 1 – 3, quando i tifosi bergamaschi iniziano a ingiuriare Carletto, cantando cori al confine fra il goliardico e l’offensivo. Non avevano calcolato che in campo con il Brescia, giocava un certo Roberto Baggio, già autore del primo gol.

Al minuto 75 Baggio segna il 2 – 3 mentre i tifosi bergamaschi continuano a insultare Er Magara, che guarda loro negli occhi e dice: se famo er 3 – 3 vengo sotto a curva.

Quando al 92° minuto Roberto Baggio pennella in rete la palla su punizione in uno dei suoi straordinari capolavori, il tabellone dello stadio non fa manco in tempo ad aggiornare il risultato che Mazzone prende il volo sotto la curva nerazzurra per rispondere di persona ai torti verbali subìti.

Con questo gesto, le sue parole, il suo senso dell’umorismo e per il calcio totale che Mazzone ci ha regalato, è onnipresente nella storia del calcio già da oltre 20 anni e lascia un enorme patrimonio a tutta l’umanità, non soltanto agli appassionati del pallone.


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