Florentia San Gimignano: Zwingauer punta al professionismo
Il calcio femminile a livello italiano è ancora in una fase di transizione, in attesa di passare al professionismo. Da qualche tempo si conosce la data che farà da spartiacque e che permetterà alla Serie A di iniziare un nuovo percorso, quello ambito da tutte le giocatrici.
Fino ad oggi le ragazze impegnate a livello di club, hanno sempre dovuto tenere un occhio anche altrove perchè in molti casi gli stipendi provenienti da molte società di calcio non permettono di vivere di solo pallone. Per parlare della situazione del calcio al femminile è intervenuto l'Amministratore delegato della Florentia San Gimignano che ha fatto il suo personalissimo punto sull'argomento.
Marco Zwingauer, dirigente delle neroverdi, ha sottolineato: "Bisogna stare attenti, perché il modo migliore per non riconoscere i diritti che la Riforma dello Sport intende affermare è tentare di applicarli in un sistema che non è in grado di farlo. Questo è innegabile e lo ha rilevato di recente anche il presidente Gravina. Questo percorso verso il professionismo è fisiologico e naturale, ma manca una progettualità che possa sostenerne le ragioni. La mia paura è che si stia correndo verso una meta senza sapere poi dove andare. Per prima cosa, manca un sostegno economico strutturale al sistema calcio-femminile, le risorse che attualmente provengono dai diritti televisivi e commerciali sono insufficienti a coprire anche soltanto il 5% del costo medio per gestire una stagione di Serie A, secondariamente esiste un altro problema, interno al movimento del calcio femminile: il concetto di professionismo porta con sé molte questioni che dal mio punto di vista sono state soltanto parzialmente affrontate".
L'A.d. della Florentia San Gimignano ha anche aggiunto: "Per riformare qualcosa in meglio occorre una consapevolezza che in certe fasi mi è sembrata carente, andrebbero messe a confronto in modo serio tutte le componenti del sistema calcio femminile cercando di analizzare anche i punti deboli di questo percorso. Senza introdurre il calcio femminile nella ripartizione dei ricavi derivanti dalla vendita collettiva dei diritti audiovisivi degli eventi calcistici, sarà difficile rinvenire gli strumenti di sistema necessari per sostenere il passaggio ad un professionismo stabile".
Zwingauer ha poi concluso: "Siamo comunque convinti che presto si apriranno nuovi orizzonti, perché investire sul calcio femminile per aziende con determinati obiettivi potrà risultare molto vantaggioso e in moltissimi casi lo è già. Due leghe separate? Non ritengo che in questo momento la costituzione di una Lega di A e B sia essenziale, perché gli interessi dei Club e quelli della Divisione convergono. Si deve tenere conto, infatti, che la Divisione ha due anime: una radicata nel professionismo maschile e l’altra di matrice dilettantistica, ma che di fatto, piaccia oppure no, rappresenta la storia vivente di questo movimento. Il nostro Club ritiene che la coesistenza di questi due mondi se narrata e promossa in modo corretto possa rappresentare il valore aggiunto del nostro campionato, che forse è pronto per aumentare anche il numero delle squadre partecipanti".